Negli ultimi dieci anni, in Italia, si è scritto e parlato poco pubblicamente dell’omeopatia.
E quando ciò è avvenuto nel mainstream sono intervenute sull’argomento delle persone non qualificate e francamente diffamanti.
Ovviamente questo è un fatto voluto che ha importanti ragioni -diciamo extra-scientifiche- in quanto questa Medicina, pur essendo la seconda per diffusione nel mondo, è assolutamente ai margini del business sanitario, specie nei Paesi come il nostro.
C’è stata addirittura la proibizione redazionale in molte testate giornalistiche a trattare l’argomento in maniera esperta.
In Italia non esiste un “giornalismo scientifico”.
Esiste la “divulgazione scientifica” alla Piero Angela, che serve –come lui stesso ha affermato[1]- “a rendere docili le persone alle scelte governative”.
Pertanto sembrerebbe che non ci sia molto che un giornalista possa fare nel caso in questione.
Se non, eventualmente, studiare un po' l’omeopatia.
All’inizio del 2024 inizierà un Corso annuale di introduzione all’omeopatia, al quale sono invitati tutti i giornalisti che vogliano acquisire la competenza di base ed il linguaggio della materia.
L’insegnamento sarà interattivo per essere più efficace, poiché medici e giornalisti hanno –evidentemente- finalità professionali differenti.
Quella che segue è una sorta di lettera d’invito per presentare l’argomento.
L’omeopatia non è un argomento conosciuto dai più, e chi ne ha sentito parlare resta quantomeno perplesso, perché si dice che le medicine omeopatiche siano fatte essenzialmente di acqua. Il che è vero.
Questo è un punto interessante, perché la razionalità comune trova ovviamente implausibile che delle medicine a base di acqua possano funzionare, senza rispettare le nostre attuali conoscenze di chimica farmaceutica. Per capire la plausibilità scientifica dell’omeopatia, infatti, ci vogliono nozioni di fisico-chimica e di biofisica che si devono acquisire in aggiunta a quelle scolastiche. Sicuramente, pertanto, bisogna fornire queste conoscenze, altrimenti non si capisce la plausibilità razionale dell’omeopatia, la sua scienza di base. Proporre queste nozioni spetta soprattutto ai medici con competenza aggiuntiva in omeopatia.
Ma, “come agiscono le medicine omeopatiche” non è la conoscenza principale che l’omeopatia può oggi offrire alla gente ed ai medici.
Il messaggio medico principale dell’omeopatia è un altro: è la comprensione dei processi individuali di salute e malattia. Cioè: perché uno si ammala, qual è il processo patogenetico in atto e come facilitare la sua risoluzione.
Sono, questi, problemi diversi di quelli di cui si occupa la Medicina corrente, che serve invece a fare una diagnosi di malattia ed assegnare a quella malattia la cura che si è dimostrata statisticamente più efficace.
Ovviamente anche il medico omeopata conosce la Medicina corrente, la diagnosi e la terapia standard, ma evidentemente si pone qualche problema in più, anche perché possiede qualche strumento aggiuntivo.
Avere una competenza in omeopatia è utile anche per chi non conosce i medicinali omeopatici, ma adopera altri strumenti di cura convenzionali o non convenzionali.
Conoscere e sapere adoperare i medicinali omeopatici fornisce semplicemente uno strumento in più per la guarigione possibile dei processi individuali.
La conoscenza dell’omeopatia offre, quindi, da una parte un ampliamento delle nostre conoscenze scientifiche e, dall’altra, un ampliamento delle nostre conoscenze mediche.
Le due cose sono ovviamente correlate.
L’ampliamento delle conoscenze scientifiche riguarda la Chimico-Fisica e la Biofisica –come abbiamo detto- ma anche l’Epigenetica, le Neuroscienze, la PNEI, la Psicologia, ed anche argomenti generali come l’Epistemologia, il Metodo scientifico, la ricerca scientifica e bibliografica, la storia della Medicina; ed inoltre permette persino la comprensione di altri paradigmi medici, come quello cinese, quello indiano, la tradizione medica occidentale, eccetera.
L’ampliamento delle conoscenze mediche comprende anche la alimentazione, la nutriceutica e l’uso degli integratori, la fitoterapia, ed altre tecniche di intervento.
Volendo –quindi-, l’omeopatia potremmo anche considerarla una scusa per sapere di più, una piattaforma concettuale, una scienza aperta che permette un ampliamento delle conoscenze umane, e che è utile non solo ai medici ed alle professioni sanitarie, ma anche ai veterinari, agli agronomi e ad ognuno secondo la sua competenza (compresi gli insegnanti, i genitori, gli scout, i militari e ciascuno per sé stesso).
Per potere parlare di Omeopatia –come per ogni cosa-, bisogna conoscerla.
Infine desidero scusarmi con quelli che la pensano diversamente su questo argomento.
Ho alcune attenuanti ad avere scritto quello che ho scritto: studio l’Omeopatia da 50 anni, ho curato con questa Medicina migliaia di pazienti e non ho alcun conflitto d’interesse[2].
Tutte queste parole usate a caso non le ho mai lette tutte insieme! Complimenti a chi ha scritto l'articolo, si nota una ignoranza estrema riguardo ciò che ha a che fare con fisica, chimica e biologia... oltre che con la medicina e la comunicazione scientifica!
Spero che effettivamente l'acqua non abbia memoria, o che se ce l'ha sia selettiva, perché ne ho appena usata parecchia per lo sciacquone del wc!
È ora di finirla di fare le vittime e produrre prove scientifiche sull'effettiva efficacia dell'omeopatia (al netto dell'effetto placebo), che siano valutate in peer review e da laboratori veramente senza conflitti di interesse.