L’archeologo preistorico Hartmut Thieme ha ritrovato a Schoningen, in Germania nel 1996, alcune armi dell’uomo Heidelbergensis, pre-neandertaliano di 400/300.000 anni fa.
Parliamo di un uomo antecedente al Sapiens.
Otto bastoni acuminati lunghi da 1,8 a 2,5 metri, con un diametro massimo dai 2,9 ai 4,7 centimetri sono stati dissepolti insieme a carcasse di prede di cavalli selvaggi.
Gli attrezzi sono stati accuratamente fabbricati a partire da tronchi di abete rosso o pino.
La punta è stata ricavata dalla base del tronco, così che i diametri maggiori ed il baricentro dell’arma si trovassero nel terzo anteriore, come nei giavellotti olimpici moderni.
Questa distribuzione del peso assicura che l’arma scenda in picchiata verso il bersaglio, il che dimostra che gli heildeberghiani avevano nozioni di balistica. Inoltre, le punte erano state opportunamente indurite dal fuoco, per risultare ancor più letali.
Gli archeologi hanno coinvolto dei giavellottisti per testare l’efficacia delle lance, e li hanno muniti di copie fedeli.
Non solo gli atleti le hanno maneggiate agevolmente, ma sono riusciti a lanciarle a 70 metri di distanza senza problemi.
Con un buon training di allenamento, anche loro sarebbero stati in grado di andare a caccia di cavalli selvaggi, come faceva l’uomo due estinzioni fa.
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